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Recupero Crediti: Una Guida Essenziale
Il recupero crediti è un processo cruciale per privati, imprese e società che si trovano a dover gestire insoluti.
Comprendere le diverse fasi e strategie disponibili è fondamentale per massimizzare le possibilità di successo e minimizzare i costi.
Inizialmente, si tenta una fase stragiudiziale, attraverso solleciti di pagamento, diffide formali e, talvolta, la mediazione oppure la negoziazione assistita. Queste fasi mirano a risolvere la situazione in modo amichevole e rapido ed evitare le attese e le spese di un’azione legale.
Qualora la fase stragiudiziale non porti ai risultati sperati, si ricorre alla fase giudiziale. Questa può articolarsi in diverse procedure, a seconda della natura del credito e della situazione del debitore. Il procedimento monitorio (decreto ingiuntivo) è spesso la via più rapida per ottenere un titolo esecutivo. Successivamente, si avvia l’esecuzione forzata, che può coinvolgere il pignoramento di beni mobili, immobili o crediti del debitore.
Per le imprese e le società in crisi, le procedure concorsuali (come il concordato preventivo o il fallimento) rappresentano un contesto più complesso in cui il recupero crediti segue regole specifiche e richiede una solida conoscenza della normativa fallimentare.
L’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea,inoltre, offre un altro strumento di tutela e recupero del proprio credito, è offerto dalla procedura di ingiunzione di pagamento europea, introdotta dal regolamento CE 1896/2006 che consente al creditore di somma di denaro di ottenere un titolo immediatamente esecutivo nello Stato estero di residenza del debitore, senza la necessità di chiedere il preventivo riconoscimento dell’efficacia esecutiva del predetto titolo.
https://eur-lex.europa.eu/IT/legal-content/summary/european-order-for-payment-procedure.html
Un approccio strategico al recupero crediti implica una valutazione accurata della situazione finanziaria del debitore, la scelta della procedura più idonea e la costante ricerca di soluzioni che bilancino costi ed efficacia. Affidarsi a un professionista esperto in recupero crediti e procedure esecutive e concorsuali può fare la differenza nel tutelare i propri interessi e aumentare significativamente le probabilità di ottenere la soddisfazione del proprio credito.

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Le controversie in materia catastale rappresentano una delle principali aree di contenzioso tra contribuenti e Amministrazione finanziaria. Esse nascono frequentemente in seguito a variazioni, accertamenti o rettifiche dei dati catastali che influenzano il valore degli immobili e, di conseguenza, la tassazione ad essi applicata (IMU, TASI, ecc.).

  1. Cos’è il catasto e quali sono le sue funzioni

Il catasto è l’inventario dei beni immobili esistenti sul territorio nazionale. Si distingue in:

  • Catasto dei fabbricati, che registra gli edifici urbani;
  • Catasto terreni, relativo ai beni agricoli.

Il catasto ha una funzione principalmente fiscale e serve a determinare la rendita catastale, parametro essenziale per il calcolo delle imposte.

  1. Tipologie di controversie catastali

Le controversie in materia catastale possono riguardare:

  • Attribuzione della rendita catastale (ad esempio dopo la dichiarazione di un nuovo immobile);
  • Classamento (cioè l’inquadramento in una determinata categoria e classe catastale);
  • Variazioni apportate d’ufficio dall’Agenzia delle Entrate (correzione di errori materiali, accertamenti d’ufficio, ecc.);
  • Fusioni, frazionamenti o cambi di destinazione d’uso degli immobili.
  1. Competenza e giurisdizione https://www.dgt.mef.gov.it/gt/web/guest/guida-al-processo-tributario

Ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. 31 dicembre 1992, n. 546, rientrano nella giurisdizione delle Corti di Giustizia Tributaria tutte le controversie relative a tributi, comprese quelle che hanno per oggetto la rendita catastale o il classamento degli immobili.

  1. Procedimento e termini

Il contribuente che intende impugnare un provvedimento in materia catastale ha 60 giorni di tempo dalla notifica dell’atto per proporre ricorso presso la Corte di Giustizia Tributaria di primo grado territorialmente competente. Il processo tributario si svolge secondo le regole del D.Lgs. n. 546/1992 e richiede l’assistenza tecnica di un avvocato, tranne che nei casi di valore inferiore a 3.000 euro, in cui però resta altamente consigliata in ragione della complessità della materia.

  1. Mezzi di prova e onere probatorio

In caso di contenzioso, l’onere della prova grava sull’Amministrazione mentre il contribuente può avvalersi di planimetrie, visure, perizie tecniche giurate e altri documenti utili a dimostrare l’errore nel classamento o nella rendita.

  1. Esempi pratici e giurisprudenza

Un caso emblematico è quello in cui l’Agenzia delle Entrate attribuisce d’ufficio una rendita più elevata in seguito a un sopralluogo. Se il contribuente dimostra che l’immobile non ha le caratteristiche per giustificare tale classamento, la Corte di Giustizia Tributaria può accogliere il ricorso e annullare l’atto.

https://bancadatigiurisprudenza.giustiziatributaria.gov.it/ricerca/dettaglio

Conclusioni

Le controversie catastali sono tutt’altro che rare e possono avere importanti ricadute economiche. È fondamentale conoscere i propri diritti e, se necessario, impugnare tempestivamente gli atti ritenuti illegittimi.

Riepilogo finale:

  • Il catasto è uno strumento fiscale e tecnico.
  • Le controversie catastali sono attribuite alla Corte di Giustizia Tributaria.
  • Il contribuente ha 60 giorni dalla notifica per presentare ricorso, a pena di decadenza.
  • L’assistenza tecnica è sempre obbligatoria salvo i casi di minor valore, .
  • L’onere della prova ricade sull’Amministrazione, ma il contribuente deve motivare dettagliatamente il ricorso in opposizione.

È sempre consigliabile, quindi, rivolgersi ad un avvocato e valutare quali azioni intraprendere.

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Le impugnazioni nel diritto tributario rappresentano i mezzi attraverso i quali un contribuente può contestare un atto impositivo o una sentenza emessa dalle Corti di Giustizia Tributarie (già Commissioni Tributarie).

Il sistema delle impugnazioni di diritto tributario si articola in diversi gradi di giudizio e strumenti di tutela.

Gradi di Giudizio:

  • Corti di Giustizia Tributarie di primo grado. rappresentano il primo grado di giudizio, competenti per le controversie relative agli atti emessi dagli uffici locali.
  • Corti di Giustizia Tributarie di secondo grado: fungono da secondo grado di giudizio, esaminando gli appelli contro le sentenze delle CTP.
  • Corte di Cassazione: rappresenta il terzo e ultimo grado, competente per i ricorsi contro le sentenze delle CTR per motivi di legittimità.

Mezzi di Impugnazione:

  • Giudizio di primo grado avverso atti di accertamento o impositivi.
  • Appello: proposto contro le sentenze delle C.G.T. di primo grado consente di riesaminare sia il merito che la legittimità della decisione.
  • Ricorso per Cassazione: esperibile contro le sentenze delle C.G.T. di secondo grado, è limitato ai vizi di legittimità, come errori di diritto o di procedura.
  • Revocazione: mezzo straordinario per contestare sentenze già passate in giudicato, in presenza di specifici vizi come dolo del giudice o prove false.

Principi Fondamentali:

  • Le impugnazione di diritto tributario sono improntate ai principi di difesa del contribuente che ha sempre il diritto di contestare le pretese dell’amministrazione finanziaria.
  • L’onere della prova grava sull’amministrazione finanziaria, che deve dimostrare la fondatezza delle proprie pretese.
  • Il giudice tributario ha il potere di annullare o riformare gli atti impositivi illegittimi o infondati.

In sintesi, il sistema delle impugnazioni di diritto tributario offre ai contribuenti un articolato sistema di tutele per contestare atti e sentenze ritenuti ingiusti, garantendo il rispetto dei principi di legalità e difesa.

La riforma del processo tributario del 2022, attuata con la Legge n. 130 del 31 agosto 2022, ha introdotto significative modifiche al sistema della giustizia tributaria italiana, con l’obiettivo di renderlo più efficiente, rapido e conforme ai principi di equità e legalità (cliccare qui per una panoramica)

Principali novità:

  • Professionalizzazione dei giudici tributari: è stata introdotta la figura del magistrato tributario professionale, con l’obiettivo di garantire maggiore competenza e specializzazione.
  • Razionalizzazione del sistema: sono state apportate modifiche all’organizzazione delle Corti di Giustizia Tributarie, con l’obiettivo di ridurre il contenzioso e velocizzare i tempi di giudizio.
  • Introduzione della prova testimoniale: è stata introdotta la possibilità di utilizzare la prova testimoniale nel processo tributario, con specifiche limitazioni.
  • Onere della prova: è stato rafforzato l’onere della prova a carico dell’amministrazione finanziaria, che deve dimostrare la fondatezza delle proprie pretese.
  • Giudice monocratico: è stata ampliata la competenza del giudice monocratico per le controversie di valore inferiore a 3.000 euro.
  • Definizione agevolata dei giudizi pendenti: sono state introdotte misure per favorire la definizione agevolata dei giudizi tributari pendenti, al fine di ridurre il carico di lavoro delle Commissioni Tributarie.

Obiettivi della riforma:

  • Migliorare la qualità delle sentenze tributarie.
  • Ridurre il contenzioso tributario, in particolare quello pendente presso la Corte di Cassazione.
  • Rendere il processo tributario più efficiente e rapido.
  • Garantire maggiore equità e certezza del diritto.

La riforma rappresenta un passo importante verso la modernizzazione del sistema della giustizia tributaria italiana, in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

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Avv. Simona Giorgi

Il valore della competenza del professionista è un investimento, non è un costo.

In un mondo in cui le informazioni sono facilmente accessibili, la vera differenza la fa chi possiede la capacità di interpretarle, applicarle e trasformarle in soluzioni concrete. Questo vale in ogni settore e, in particolare, nella professione legale.

Affidarsi a un avvocato competente significa scegliere chiarezza, sicurezza, efficacia e risultati.

L’esperienza e la preparazione non si improvvisano, ma si costruiscono con anni di studio, esperienza,  pratica a aggiornamento continuo https://www.consiglionazionaleforense.it/it/web/cnf/art.-15-dovere-di-aggiornamento-professionale-e-di-formazione-continua-#:~:text=15%20(Dovere%20di%20aggiornamento%20professionale%20e%20di%20formazione%20continua),-Art.&text=L’avvocato%20deve%20curare%20costantemente,e%20a%20quelli%20di%20attivit%C3%A0%20prevalente.

Un avvocato esperto non si limita a fornire risposte, ma offre strategie, tutela e una visione prospettica a lungo termine, sa prevenire problemi futuri e può garantire la migliore protezione degli interessi del cliente.

Purtroppo, c’è ancora chi valuta i servizi professionali solo in base al prezzo, senza considerare il valore. Un’assistenza legale superficiale o improvvisata su internet può costare meno nell’immediato, ma i danni di una consulenza inadeguata possono rivelarsi molto più onerosi nel tempo. Si pensi, ad esempio, a un contratto mal redatto. Una clausola ambigua o poco chiara può generare controversie e portare a un contenzioso costoso, che si sarebbe potuto evitare con una consulenza mirata fin dall’inizio. Lo stesso vale per chi decide di affrontare una questione legale senza il supporto di un avvocato esperto: un piccolo errore procedurale può compromettere l’intera pratica, con conseguenze ben più gravi del costo di una consulenza professionale

Il vero risparmio sta nella qualità: scegliere un professionista qualificato significa ridurre i rischi, evitare errori e avere la certezza di essere seguiti con serietà e competenza.

Per questo motivo, il mio studio si rivolge a chi comprende il valore della competenza e di un’assistenza legale accurata e professionale, non solo quando la lite giudiziaria è già iniziata ma anche quando il cliente desidera ricevere una consulenza mirata a prevenire la lite e a raggiungere il miglior risultato possibile.

Metto la mia esperienza al servizio di chi desidera tutelare al meglio i propri diritti e sa che investire nella competenza è una scelta di valore.

Chi comprende il valore della competenza ne raccoglie i benefici, tutelando se stesso, il proprio patrimonio e il proprio futuro.

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Cos’è la prescrizione? Spiegato in modo semplice, si può dire che si tratta di un istituto giuridico che indica un termine entro il quale un diritto deve essere fatto valere. Superato questo termine, il diritto non si estingue ma non può più essere azionato.

Perché esiste la prescrizione?

L’istituto della prescrizione ha diverse finalità:

  • Certezza del diritto: decorso un certo periodo di tempo, le situazioni giuridiche si stabilizzano e non possono più essere modificate;
  • Incentivare l’esercizio dei diritti: le persone sono sollecitate ad esercitare i propri diritti tempestivamente;
  • Tutela degli interessi dei terzi: anche i soggetti estranei al rapporto tra le parti, ma che ne siano in qualche modo dipendenti, decorso il termine di prescrizione, sanno che anche la loro situazione rispetto si è ormai stabilizzata (ad esempio, nel caso di acquisti di beni immobili);

Come funziona la prescrizione?

Prescrizione e decadenza: qual è la differenza?

Spesso si confonde la prescrizione con la decadenza, ma sono due istituti diversi.

  • Prescrizione: è una sorta di sanzione per l’inerzia del titolare del diritto che, non avendolo esercitato entro il termine previsto, non può più agire per farlo valere;
  • Decadenza: si riferisce invece alla perdita di un diritto a causa del verificarsi di un evento specifico, previsto dalla legge.

È importante sottolineare che la prescrizione è un istituto complesso e che le regole possono variare a seconda del tipo di diritto e della situazione concreta. Pertanto, in caso di dubbi, è sempre consigliabile rivolgersi a un avvocato https://avvocatosimonagiorgi.it/contatti/.

Avv. Simona Giorgi

Cos’è la divisione ereditaria?

Quando più eredi sono comproprietari dei beni lasciati dal defunto, ognuno di loro può chiedere che si proceda alla divisione, ossia allo scioglimento della comunione e all’assegnazione dei beni che diventano, così, di proprietà esclusiva ed individuale degli ex partecipanti alla comunione (1)

Lo scioglimento della comunione è consigliabile in ogni caso, anche se l’eredità non è particolarmente consistente, in quanto (ed un fatto, purtroppo, di comune esperienza) può costituire una causa di conflitti, ad esempio, sulla ripartizione delle spese, sulla manutenzione straordinaria di eventuali immobili etc.

Quali sono i modi per procedere alla divisione?

Esistono principalmente due modalità per procedere alla divisione ereditaria:

  1. Divisione consensuale:
    • Per atto notarile: È la modalità più semplice e rapida. Tutti i coeredi si mettono d’accordo sulla ripartizione dei beni e stipulano un atto notarile.
    • Per mediazione civile: Se i coeredi non riescono a trovare un accordo immediato, possono ricorrere alla mediazione civile, un procedimento più lungo ma che può aiutare a raggiungere una soluzione consensuale.
  2. Divisione giudiziale:
    • Se i coeredi non riescono a trovare un accordo neanche attraverso la mediazione, uno o più di essi possono rivolgersi al tribunale per chiedere la divisione giudiziale. In questo caso, sarà il giudice a stabilire come dividere i beni.

Quali sono le fasi della divisione ereditaria?

La divisione ereditaria, sia essa consensuale o giudiziale, prevede generalmente le seguenti fasi:

  1. Accertamento degli eredi: Si individua chi ha diritto a succedere al defunto.
  2. Liquidazione dell’attivo e del passivo: Si stima il valore dei beni ereditati (attivo) e dei debiti del defunto (passivo).
  3. Assegnazione dei beni: Si procede alla divisione dei beni tra i coeredi, tenendo conto delle quote ereditarie di ciascuno.
  4. Consegna dei beni: I beni vengono materialmente consegnati ai coeredi.

Cosa bisogna sapere sulla divisione ereditaria?

  • Tempi: I tempi per completare una divisione ereditaria variano molto a seconda della complessità della situazione e della volontà dei coeredi.
  • Costi: I costi della divisione ereditaria sono legati alle spese notarili, alle eventuali perizie, agli onorari degli avvocati e alle spese giudiziali.
  • Assistenza legale: È consigliabile rivolgersi a un avvocato esperto in materia successoria per farsi assistere durante tutto il procedimento.

Cause di Impedimento alla Divisione Ereditaria

La divisione ereditaria, come abbiamo visto, è il processo attraverso il quale i beni di un defunto vengono ripartiti tra i suoi eredi. Tuttavia, esistono delle situazioni specifiche in cui la divisione non può avvenire immediatamente o può essere sospesa temporaneamente. Queste situazioni sono definite cause di impedimento alla divisione.

Le cause di impedimento alla divisione hanno lo scopo di:

  • Tutelare i diritti di tutti gli eredi: Assicurare che anche coloro che potrebbero subentrare nell’eredità (come un nascituro o un potenziale figlio non riconosciuto) non vengano danneggiati.
  • Preservare l’integrità del patrimonio ereditario: Evitare che la divisione avvenga in modo affrettato o pregiudichi il valore complessivo dei beni.

Quali sono le principali cause di impedimento?

Il Codice Civile italiano (art. 715) indica le principali cause di impedimento alla divisione:

  • Eredità di un concepito: Se tra i chiamati alla successione vi è un concepito, la divisione non può avvenire fino alla sua nascita. Questo perché il concepito ha già diritto all’eredità e la divisione potrebbe pregiudicare la sua quota.
  • Pendenza di un giudizio sulla filiazione: Se è in corso un giudizio per accertare la filiazione di una persona che, in caso di esito positivo, avrebbe diritto all’eredità, la divisione deve essere sospesa.
  • Procedura amministrativa per il riconoscimento di un figlio: Analogamente al caso precedente, se è in corso una procedura per il riconoscimento di un figlio, la divisione è sospesa.
  • Cautele testamentarie: Il testatore può stabilire nel testamento delle cautele che impediscano la divisione per un certo periodo di tempo o fino al verificarsi di determinate condizioni (ad esempio, la maggiore età di tutti gli eredi).

Altre cause di impedimento

Oltre a quelle previste dalla legge, possono esistere altre cause di impedimento alla divisione, come ad esempio:

  • Contestazioni sulla legittimità dell’eredità: Se uno o più eredi contestano la legittimità dell’eredità di altri coeredi, la divisione può essere sospesa fino alla risoluzione della controversia.
  • Esistenza di debiti ereditari non liquidati: Se non sono stati liquidati tutti i debiti del defunto, la divisione può essere sospesa fino a quando non sarà possibile determinare l’esatto ammontare dell’attivo ereditario disponibile per la divisione.

Conseguenze dell’impedimento alla divisione

Quando sussiste una causa di impedimento alla divisione, la comunione ereditaria si protrae fino a quando la causa di impedimento viene meno. Durante questo periodo, i coeredi sono tenuti a gestire in comune i beni ereditari e a sopportarne i costi di manutenzione.

Le informazioni fornite hanno carattere puramente informativo e non costituiscono consulenza legale. Per una consulenza personalizzata https://avvocatosimonagiorgi.it/contatti/

 

Cos’è un Accertamento Tecnico Preventivo?

L’accertamento tecnico preventivo (ATP) è uno strumento giuridico che permette di verificare in anticipo, prima dell’inizio di un giudizio, lo stato dei luoghi o le condizioni di determinate cose. Questo accertamento è particolarmente utile quando esiste l’urgenza di preservare delle prove o di stabilire una determinata situazione di fatto prima che possa subire modifiche.

E’ disciplinato dagli artt. 696 e ss. del codice di procedura civile (https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:regio.decreto:1940-10-28;1443)

Quando si Ricorre all’ATP?

L’ATP viene spesso utilizzato in casi come:

  • Danni a cose: Ad esempio, per verificare i danni causati da un incidente stradale o da un evento atmosferico.
  • Contenzioni immobiliari: Per accertare lo stato di un immobile, la presenza di vizi o difformità rispetto al contratto.
  • Dispute familiari: In casi di separazione o divorzio, per valutare la divisione dei beni.
  • Infortunistica sul lavoro: Per accertare le cause di un infortunio e le condizioni di sicurezza sul posto di lavoro.

 

Come Funziona l’ATP?

La parte interessata presenta una richiesta al tribunale competente, motivando l’urgenza dell’accertamento.

Il tribunale provvede quindi a nominare un consulente tecnico d’ufficio (CTU), un esperto nel settore specifico (ingegnere, architetto, medico, ecc.) che effettuerà l’accertamento, sui luoghi o sulla persona.

Il CTU provvede poi al deposito della sua relazione in tribunale, che viene poi utilizzata nel corso del successivo giudizio con valore di piena prova

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Perché è Importante l’ATP?

L’ATP permette di fissare lo stato dei luoghi o delle cose in un determinato momento, evitando che possano essere alterati o distrutti, inoltrre può semplificare e accelerare il processo giudiziario, evitando la necessità di ripetere le stesse operazioni durante il successivo giudizio di merito, salva la possibilità di definire la controversia già nel corso dell’ATP quando al CTU è rimessa anche la possibilità di formulare proposte conciliative.

 

Costi dell’ATP

I costi dell’ATP sono a carico della parte che ha richiesto l’accertamento e comprendono:

  • Contributo unificato: Un importo fisso previsto dalla legge, progressivo rispetto al valore della causa.
  • Compenso del CTU: Un compenso stabilito dal tribunale in base alla complessità dell’incarico.
  • Spese vive: Le spese sostenute dal CTU per effettuare l’accertamento (viaggi, perizie, ecc.).

Avvertenze

  • Tempestività: È fondamentale presentare la richiesta di ATP in modo tempestivo, prima che la situazione possa subire modifiche.
  • Consulenza legale: È consigliabile rivolgersi a un avvocato per una consulenza specifica sulla fattispecie concreta e per assistere nelle procedure.

 

Disclaimer: Le informazioni fornite hanno carattere puramente informativo e non costituiscono consulenza legale. Per una consulenza personalizzata, si consiglia di richiedere un appuntamento (https://avvocatosimonagiorgi.it/contatti/)

Come si scioglie un contratto? è una delle domande poste più di frequente all’avvocato.

Uno dei rimedi previsti dalla legge per sciogliere un contratto è quello della risoluzione contrattuale che opera in caso di inadempimento di una delle parti o per altre cause previste dalla legge o dal contratto stesso.

La risoluzione può avvenire principalmente in due modi: per effetto di una clausola contrattuale oppure tramite una pronuncia giudiziale.

In generale, essa è disciplinata dagli artt. 1453 e seguenti del Codice Civile https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:regio.decreto:1942-03-16;262

Quali sono i tipi di Risoluzione Contrattuale?

1. Risoluzione per inadempimento: Se una delle parti non adempie agli obblighi contrattuali, l’altra parte ha il diritto di risolvere (cioè di sciogliere) il contratto. Questo può avvenire solo se l’inadempimento è di una certa gravità.

2. Risoluzione per mutuo consenso. Le parti possono decidere di sciogliere un contratto di comune accordo, senza necessità di giustificare la decisione.

3. Risoluzione per impossibilità sopravvenuta. Se, successivamente alla conclusione del contratto, diviene impossibile adempiere a causa di eventi non prevedibili e non imputabili a una delle parti, il contratto può essere risolto.

4. Risoluzione per giusta causa. In alcuni casi, la legge prevede che una parte possa sciogliere un contratto in presenza di circostanze eccezionali che giustifichino tale scelta.

Qual è la procedura di Risoluzione?

La risoluzione può avvenire mediante:

– Dichiarazione unilaterale: La parte che intende risolvere il contratto deve informare l’altra parte della sua decisione, spesso attraverso una comunicazione scritta.

– Richiesta di adempimento o di risarcimento: Prima di procedere alla risoluzione, può essere necessario inviare un “invito ad adempiere” o una “diffida”, a meno che l’inadempimento sia così grave da giustificare la risoluzione immediata.

Quali sono gli effetti della Risoluzione?

– Restituzione delle prestazioni: In genere, le parti devono restituirsi le prestazioni ricevute fino al momento della risoluzione.

– Risarcimento del danno: La parte che ha subito il danno a causa dell’inadempimento può richiedere un risarcimento.

Conclusioni

La risoluzione contrattuale è uno strumento importante per garantire l’equità e la giustizia nei rapporti contrattuali, permettendo alle parti di tutelarsi in caso di inadempimento o altre situazioni che compromettano l’equilibrio del contratto. È consigliabile consultare un legale (https://avvocatosimonagiorgi.it/)per gestire adeguatamente la risoluzione di un contratto e per capire le specifiche norme previste dal sistema giuridico di riferimento e ciò in quanto, per alcuni specifici tipi contrattuali, possono essere previste dalla legge specifiche procedure da attivare entro precisi termini.

 

La responsabilità civile è un istituto giuridico che si riferisce all’obbligo di un soggetto di risarcire un danno causato a un altro soggetto a seguito di un comportamento illecito o dell’inadempimento di obblighi contrattuali.

Essa si fonda sul principio che chi provoca un danno a terzi, sia con un’azione diretta che con una negligenza, deve rimediare a tale danno (neminem laedere).

Le norme di riferimento sono gli artt. 1218 https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:regio.decreto:1942-03-16;262 e 2043 https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:regio.decreto:1942-03-16;262 del codice civile.

 

Tipi di Responsabilità Civile

 

  1. Responsabilità Civile Contrattuale: Sussiste quando una parte non rispetta gli obblighi previsti da un contratto. In questo caso, la parte danneggiata può richiedere il risarcimento dei danni subiti a causa dell’inadempimento.

 

  1. Responsabilità Civile Extracontrattuale (o aquliana): sussiste quando un soggetto causa un danno a un altro senza che ci sia un contratto tra le parti. Qui si applica il principio che chi causa un danno a un’altra persona è tenuto a ripararlo, a meno che non riesca a dimostrare di aver agito senza colpa.

 

Elementi della Responsabilità Civile

 

Perché si configuri la responsabilità civile, generalmente devono sussistere tre elementi fondamentali:

 

  1. Danno: deve verificarsi un danno effettivo subito dalla vittima, che può essere di natura patrimoniale (ad esempio, danni a beni) o non patrimoniale (ad esempio, danni alla persona o al sentimento, c.d. danni morali).

 

  1. Illiceità: l’azione o l’omissione che ha provocato il danno deve essere considerata contraria alle norme giuridiche, quindi illecita (si veda, ad esempio,https://avvocatosimonagiorgi.it/diffamazione-nei-social/.)

 

  1. Nesso di Causalità: deve esistere un collegamento diretto tra il comportamento del soggetto e il danno subito dalla vittima.

 

Esclusioni e Limitazioni

 

In alcuni casi, la responsabilità civile può essere esclusa o limitata, come ad esempio:

 

– Quando il danno è stato causato da forza maggiore.

– Quando il soggetto che ha causato il danno ha agito in stato di necessità o in legittima difesa.

– In alcune situazioni, il danno può essere considerato non risarcibile se causato da un comportamento del danneggiato stesso.

 

Conclusione

 

La responsabilità civile è un aspetto fondamentale del diritto civile, mira infatti a garantire che le persone rispondano delle proprie azioni e che coloro che subiscono un danno abbiano la possibilità di ricevere un risarcimento per le perdite subite. Questo principio promuove l’ordine sociale e la tutela dei diritti individuali.

Avv. Simona Giorgi

Il recupero del credito può essere efficacemente realizzato con la c.d. “revocatoria semplificata”. Si tratta di un utile strumento che può essere attuato quando un creditore abbia difficoltà a recuperare le somme che gli sono dovute perché il debitore si è spogliato dei suoi beni, o perché li ha donati o trasferiri a titolo gratuito o perché li ha in qualche modo vincolati. L’azione è disciplinata dall’art. 2929 bis del codice civile.

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaArticolo?art.versione=2&art.idGruppo=405&art.flagTipoArticolo=2&art.codiceRedazionale=042U0262&art.idArticolo=2929&art.idSottoArticolo=2&art.idSottoArticolo1=10&art.dataPubblicazioneGazzetta=1942-04-04&art.progressivo=0.

 

I PRESUPPOSTI DELL’AZIONE PER UN EFFICACE RECUPERO DEL CREDITO

L’azione disciplinata dall’art. 2929 bis c.c. si esperisce nel rispetto di questi presupposti:

  1. Il creditore deve essere munito di un titolo esecutivo
  2. Il debitore deve avere pregiudicato i suoi diritti con un atto di disposizione patrimoniale di costituzione di un vincolo di indisponibilità o di alienazione a titolo gratuito
  3. Oggetto dell’atto pregiudizievole devono essere beni immobili o mobili registrati (https://avvocatosimonagiorgi.it/beni-immobili-definizione-e-acquisizione/)
  4. Il creditore pregiudicato deve trascrivere il suo pignoramento entro un anno dalla data di trascrizione dell’atto pregiudizievole

 

CARATTERI DELL’AZIONE

L’azione promossa dal creditore è il pignoramento (di beni immobili o beni mobili registrati) effettuato non già nei confronti del debitore originario bensì nei confronti del suo avente causa. Il secondo comma dell’art. 2929 bis c.c., infatti, precisa che “il creditore promuove l’azione esecutiva nelle forme dell’espropriazione contro il terzo proprietario ed è preferito ai creditori personali di costui nella distribuzione del ricavato”.

In sostanza, il creditore che si avvale di questa azione va a soddisfarsi su un bene che fa parte del patrimonio di un terzo ma che per un anno dal trasferimento o dalla costituzione del vincolo resta compreso fra tutti i beni del debitore che garantiscono la sua responsabilità patrimoniale ai sensi dell’art. 2740 c.c.

 

Il termine di un anno è un termine perentorio di decadenza; ne segue che se questa azione non viene coltivata con tempestività il creditore dovrà avvalersi della revocatoria ordinaria ex art. 2901 c.c. e che sarà oggetto di un successivo approfondimento.

Avv. Simona Giorgi