risoluzione alternativa delle controversie con gratuito patrocinio

La riforma del procedimento civile attuata dal precedente Governo e che porta il nome della allora Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha apportato interessanti novità anche in tema di patrocinio a spese dello Stato.

Come ho già esposto in altri miei contributi (cfr. L’assistenza legale gratuita per i non abbienti – StudiLegali.com), il diritto di agire e resistere in giudizio è garantito dalla Carta Costituzionale all’art. 24 ai non abbienti, cioè a coloro che si trovino in determinate condizioni reddituali e che possono richiedere l’ammissione al beneficio del patrocinio a spese dello Stato ai sensi degli artt. 74-145 del D.P.R. 115/2002.

La legge, però, consentiva l’accesso al beneficio soltanto per la tutela dei diritti dinanzi alle sedi giudiziarie in senso stretto, lasciando scoperto il settore del c.d. A.D.R. ossia del sistema alternativo extra-giudiziale di risoluzione delle controversie, mediazione e negoziazione assistita in particolare.

Ebbene, la riforma Cartabia ha finalmente posto rimedio a questa situazione prevedendo espressamente che la parte che sia in possesso dei requisiti richiesti dalla legge può beneficiare del c.d. gratuito patrocinio anche per promuovere o aderire ai procedimenti di mediazione e/o negoziazione assistita.

Lo scopo dell’estensione, in linea con l’impianto generale della riforma, è quello di evitare l’avvio di contenziosi giudiziali e quindi l’appesantimento del carico di lavoro dei Magistrati permettendo il ricorso a questi strumenti deflattivi del contenzioso.

Le nuove disposizioni entreranno in vigore il prossimo 30 giugno 2023.